Sinonimo di Salento in tutto il mondo, il pasticciotto pare sia nato per caso nel 1745 grazie ad un pasticciere di Galatina.
Da oltre duecento anni Salento fa rima con pasticciotto, dolce in pasta frolla farcito di crema pasticcera e cotto in forno che sarebbe nato a Galatina nel 1745.
Pasticciotto, una ricetta “a caso”
Oggi si può gustare un po’ dappertutto, da Nord a Sud della penisola, ma a metà del XVIII secolo rappresentava una grande novità per la tradizionale cucina pugliese. Ad inventare la ricetta del pasticciotto pare sia stato Andrea Ascalone, pasticciere salentino diventato l’ignara firma di un dolce destinato ad entrare con forza nella lista delle prelibatezze tipiche della regione. Si racconta che Ascalone in quel periodo fosse in difficoltà economiche e che, in cerca di maggiore fortuna, trascorresse le proprie giornate a sperimentare nuove ricette. Una volta decise di mescolare impasto e crema avanzati dopo aver infornato una torta, provando a realizzarne un’altra decisamente più piccola. Il risultato però non lo fece impazzire più di tanto, in fondo si trattava, di un dolce decisamente improvvisato, un pasticcio. Il primo pasticciotto della storia, Ascalone lo avrebbe quindi subito regalato ancora caldo ad un passante il quale, invece, non smise più di fare complimenti.
Il pasticciotto
A ricostruire la vicenda del pasticciotto è stato Zeffirino Rizzelli, ex sindaco di Galatina, giornalista e cultore di storia patria, scomparso nel 2007. Non molti anni fa Rizzelli ha condotto degli studi su documenti storici per ricostruire le vicende di Andrea Ascalone e di un dolce in grado di conquistare i palati di qualsiasi latitudine nel giro di due secoli. Secondo le informazioni raccolte sarebbe stato un anonimo cronista del tempo a raccontare che Ascalone, “tra un dolcetto e una torta, piuttosto nervoso”, si ritrovò un impasto e un po’ di crema “non sufficienti a manipolare un altro pezzo. Decide allora di utilizzare quei resti ponendoli in un piccolo recipiente di rame e facendone una piccolissima torta alla crema”. Il passante che ne rimase esterrefatto sarebbe stato invece don Silvestro, il parroco del paese che ogni mattina faceva visita al pasticciere. Il sacerdote si innamorò subito di quel pasticcio e ne ordinò altri per la propria famiglia, con stupore da parte di Ascalone. Don Silvestro diventò così la migliore pubblicità per la sua nuova creazione: in paese la voce iniziò a girare e i pasticciotti cominciarono ad andare a ruba.
Farciture: crema, crema e amarena, crema e fico, pistacchio, cioccolato, rocher, mandorle e amarena